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favoreggiate le arti e il commercio. Ei fu decorato dalla corte greca del titolo specioso di Antipato, ἀνθύπατος che corrispondeva a proconsole, non che quello di patrizio imperiale; onorificenze solite dispensarsi ai Capi di Repubblica dagli augusti bizantini. A lui è dovuto l’ingrandimento dell’antico duomo di Amalfi costrutto a croce-latina, e sontuosamente arricchito di marmi e musaici preziosi, che l’edacità del tempo e più che più la mano dell’uomo ignorante tutto trasfigurò e mandò a rovina! unitamente alle altre chiese di S. Maria Maggiore, de’ SS. Quaranta martiri della legion tebana e di S. Lorenzo del piano (indi denominata del Crocifisso), parimente innalzate dal medesimo Capo della Repubblica. Appena il suo nome si legge tuttavia scolpito su due capitelli di colonne corintie poste entro la suddetta chiesa di S. Maria Maggiore, colla scritta: Manso Dux et patritius hoc fieri jussit.
Demolita è, come dicemmo, la chiesa de’ SS. Quaranta mart., già costrutta a tre navi nell’attuale Piazza de’ Ferrari; e sfasciata ne rimane quella di S. Lorenzo di forma orbicolare. Entrambe si raccomandavano per la squisitezza e profusione de’ marmi di diversi colori, non che per dorature e dipinti antichi e pregevoli. Oggi tutto è sparito in esse, insieme colla memoria del nobile fondatore scolpita su due lapidi diverse.
In quella sovrapposta alla chiesa de’ SS. Quaranta si leggeva: