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nel diciferarne la leggenda, siccome vedremo in seguito. Per l’opposito la moneta sino ad ora inedita e sconosciuta che noi possediamo, e che vedesi qui ritratta a fac-simile, ci induce a crederla battuta anteriormente dal vecchio Mansone III (bisavo del IV), che fu usurpatore per quasi due anni del Principato di Salerno. Di fatto, se per poco si confronti l’una coll’altra, si scorge tra loro una notabile diversità nell’impronta, nel tipo e nella forma delle lettere dell’epigrafe. Forte ne spiace che la moneta erosa, che noi conserviamo, ritrovasi molto logora più dall’uso e dallo stropicciamento che dal tempo. Essa rappresenta nel diritto la protoma di un personaggio con nimbo ossia aureola, e nel campo le sigle S M (Sanctus Matthaeus), monogramma cotanto usitato ne’ nummi de’ principi longobardi e normanni: nel rovescio evvi l’epigrafe retrograda da destra a sinistra, benché monca di alcune lettere, così espresse; MaNSo dVX (Manso Dux), senz’altro.
Questi è quel Mansone III, che per lungo corso di 46 anni tenne gloriosamente le redini della Repubblica di Amalfi (958-1004). Un ardente desiderio di dominare lo spinse ad usurpare il trono di Salerno che ritenne per due anni e sette mesi (981-983), in mezzo alle congiure ed a’ vili tradimenti che lungamente straziarono quel Principato.
Nulladimeno, a preferenza degli altri dogi antecessori suoi, Mansone III ebbe la gloria di aver sommamente