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filo, ci facciamo immediatamente a discorrere del rinvenuto nummo amalfitano.
Jam tempus est quaedam ex nostra, |
Seneca, de benefic. |
Capitolo II.
Del tarèno amalfitano di argento.
Questa monetina rediviva, appartenutasi un tempo al florido commercio amalfitano, merita al presente tutta la nostra attenzione; epperò n’esporremo alcuni particolari poco o nulla conosciuti finora.
Nulla havvi di più semplice e chiaro, quanto il tipo del nostro tarèno, già delineato a fac-simile sul frontispizio. Lo stato perfetto di conservazione e la chiarezza della sua leggenda, tutta estensiva e senz’alcuna abbreviatura, mentre ne accrescono il pregio, dispensano l’osservatore dalla pena d’interpretazione.
Esso è del peso di acini sette — L’insieme della moneta rappresenta in ambe le facce due cerchi concentrici risaltati a mo’ di puntini o globetti, con propria leggenda patria, e nel mezzo dell’àrea vi campeggia una piccola Croce; simbolo che ricorda la pia istituzione de’ spedalieri gerosolimitani di S. Giovanni (poi