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nero coniati per la prima volta dal califfo Al Moez ledini ’llah, asceso al trono nel 953. Senza parlare delle monete beneventano-longobardiche, che sin dal VII secolo si spendevano in queste provincie; egli è fuor di dubbio che nel secol X pieno corso avevan tra noi le monete greche, sotto la varia denominazione di bizanzi, michelati, costantinati, romanati ecc., e precipuamente il nostro tarèno; il quale ci porge una prova rifulgente della celebrità del commercio amalfitano. E per vero, non havvi chi ignori l’esteso e ricco traffico che facevan gli Amalfitani nel X e XI secolo in quasi tutto l’Oriente, in cui non era città marittima de’ Musulmani ove non fosse una banca amalfitana. Essi commerciavano in Gerusalemme e vi fondavano un nosocomio prima che si fosse parlato di crociate. Le loro navi provvedevano ciò che mancava alla Palestina, riportando poi in patria delle preziose derrate quivi acquistate, e con desiderio di trasportarvi delle nuove. Laonde Guglielmo arcivescovo di Tiro favellando di costoro, lasciò scritto: Huius regionis habitatores (Amalphitani) primi merces peregrinas quas Oriens non noverat, ad supradictas partes (Syriae) inferre tentaverunt1.
Noi troviamo sin dal IX secolo (880) questa gente industriosa, sparsa dovunque ed applicata al traffico, tenere banca anco nel territorio di Roma2; il che dimo-