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dagli Orsenigo. 89

lingua latina, che, pure, aveva studiacchiata da ragazzo. - «Se fossi tanto pentito di vivere» - diss’egli - «quanto son pentito, di aver istudiato latino, per otto anni, mi sarei ammazzato da un pezzo. A che serve, a che giova quella lingua lì? Uno, che non avesse da far nulla per tutta la vita, può sciupare il tempo in questi studi di lusso: ma chi ha da lavorare!...» - Ohè! di queste amenità del capitano, intendiamoci, sono editore sì, ma, sempre, irresponsabile.

Alla signora, sarebbe stato caro sapere: - «L’etimologia di Salmojraghi quale potrebbe essere?»

E Maurizio, zitto, stringendosi nelle spalle: nè mentovò la bisticciosa, che aveva ritrovata, poco prima: salamoja ed aghi. -

— «Il mio cognome di fanciulla è più bello assai; e mi piace più: Orsenigo! Quello di mio marito è brutto!» - disse la Radegonda.

Poi, si parlò del Duomo, di Sant’Ambrogio, della Scala, della Galleria in costruzione, de’ Giardini pubblici, di Milano, in genere... Che! lettore, sbadiglia? Si aspettava altri discorsi, più interessanti (come dicono), via, più attraenti? Ma o che crede tutte le conversazioni esser d’un interesse grandissimo, attraentissime? O che si figura, un uomo ed una donna, appena in-