Pagina:Imbriani - Dio ne scampi dagli Orsenigo, Roma, Sommaruga, 1883.djvu/98

88 Dio ne scampi

l’ha piantato; non parlo, mica, in nome mio proprio.

Il tema era lubrico e penoso. E la Radegonda fece una evoluzione maestrevole. E chiese: da quanto il Della-Morte fosse a Milano, propriamente? Quindi, si venne a parlare della breve campagna; di quella Custoza, per la seconda volta fatale; dell’obbrobrio di Lissa... Lubrico e penoso tema, anch’esso. - «Se avessi una figliuola, io» - disse Maurizio - «vorrei metterle nome Lissa-Custoza, acciò mi rinnovasse, ogni giorno, il dolore salutare di quegli abbattimenti; e mi ricordasse, poi, quando, pur, fossero vendicati e cancellati da vittorie, che il debito è stato sciolto. Il cognome mio è funebre tanto, da non temere il ravvicinamento di que’ prenomi.» -

Ed intavolarono una lunga discussione, su’ cognomi, su’ patronimici; sulle somiglianze, che hanno per tutta l’Italia; sopra quelli assolutamente locali; se questi ultimi siano da riferirsi alle popolazioni aborigene, anteriori alla conquista romana? Non arricciate il naso, filologi: se questa vi pare ed è una eresia, pensate, che discorrevano un capitano di cavalleria e la mogliera d’un banchiere. In fatto di etimologie, Maurizio convenne, di non poter dire mezza parola assennata, perchè ignorantissimo della