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lon di Panurgo), lascia, assolutamente, libero lo spirito; nol limita, nol perturba, più. Sì ch’ei rimane scevro, immune, rimondo, purgato d’ogni rozzezza, d’ogni bassezza. Dev’essere, davvero, essenzialmente, malvagio colui, che, svincolandosi dagli amplessi d’una bella femmina, che, pago e riposato, può disprezzare le supplicazioni del mendico, può rifiutare una qualunque richiesta dello amico, che sia in poter suo il soddisfare. Allora, si acquista, nella conversazione, quell’arrendevolezza, quella indifferenza per le opinioni stesse, che abbiamo accampate, quella squisitezza di galateo, le quali provengono, appunto, dal non voler contristare altri, in guisa alcuna, dall’esser tanto soddisfatti, altronde, ch’e’ non si sente il bisogno d’un meschino trionfuccio d’amor proprio.

In questa felice disposizione d’animo, era il Della-Morte, quando lasciò la Trabattoni. Dalle braccia dell’Ermenegilda, che eran come la misericordia dell’Onnipotente, si recò, difilato, nel tinello dell’Albergo suo. Ed il pranzo fu squisito; ed (in confidenza) il Della-Morte alzò, un pochino, il gomito.

Anch’esso, il vino, rende amabili sgombrando le preoccupazioni; ma non tutti. L’effetto dipende, in gran parte, dall’indole di chi beve: diversissimo, secondo le persone. Conosco tali, che am-