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dagli Orsenigo. 81

— «E ce le viene a raccontare, queste sue belle gesta? E lo loda?» -

Io? Dio me ne liberi! Io sono istorico: narro, non giudico; lascio questa cura a Lei Signorìa.

— «E come si chiamava colei?»

Anche questo ho a dirle? Si chiamava l’Ermenegilda Trabattoni.

— «Ed abitava, propriamente, dove?» -

Beh! che mestiere crede, V. S., ch’io faccia? E, poi, dopo tanto tempo e con quel sossopra, che c’è stato a Milano, l’Ermenegilda è morta, la casa è diroccata, la strada stessa è sparita.

— «E l’altra bella tosa?» -

Niente paura; avrà trovato qualche altro Maurizio da consolare, non c’è dubbio! La Provvidenza pensa al pane quotidiano di tutti! Gli uomini, che gradiscono d’essere consolati, a quel modo lì, sono tanti, tanti! E così pochi i seguaci de’ precetti del distico bisticcioso:

          Quid facies, facies Veneris cum veneris ante?
                    Ne sedeas, sed eas, ne pereas per eas!


X.


Non c’è cosa, che piú renda buoni del piacere. Il senso, rintuzzato appagandolo, (ch’è l’ottimo modo di rintuzzarlo, secondo quel porcel-