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dagli Orsenigo. 53

e pentirsi. Ed ha fermo di non ricordarsi del passato se non per deplorarlo, chiederne in ginocchio il perdono a Dio misericordioso, e cercare di riscattarlo con una vita di sacrificio, lontana dal mondo ingannevole, tutta devota alla famigliuola, a’ doveri sacrosanti, che le impone lo stato di moglie e di madre. E bisogna, che, mai, un irrefutabil testimonio del passato, ch’ella rinnega, non possa sorgerle contro e minacciarne la pace domestica e riturbarne l’animo. E, sapendo, che un testimonio tale c’è, che c’è, in mano altrui, una lettera di suo pugno, che la condanna, se non altro, in apparenza, come potrebbe stare con animo sereno? Ella, generoso ed onesto, non combatterà una santa determinazione; l’ajuterà, ancorchè Gliene incresca. Dirò, che, inoltre, deve avere un legittimo orgoglio, la coscienza del proprio valore; e Le disconviene di abbassarsi a correr dietro a chi non vuole, non puole esser sua, e non sarà tale, mai più; sicuro, mai più. Ella, gentiluomo, dimenticherà, dunque, assolutamente, una donna, che Le si raccomanda e Le chiede per sommo e unico favore di venir dimenticata! Non riconsegnarmi quelle lettere! Ma commetterebbe una violenza morale, indegna del suo carattere onorato. Ma le dia, qua, dunque.