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dagli Orsenigo. | 51 |
— «Io? No.» -
— «Le lettere, ch’essa Le ha scritte? Le ripeto, che, per me, non ci sono secreti.» Ed in queste parole, nell’accento, si sentiva come l’orgoglio d’essere confidente d’una tal faccenda!
— «Io non ho nulla a restituire; io non mi spodesterò di nulla.» -
— «Caro signor Maurizio, Ella è un uomo d’onore, un ufficiale, un galantuomo... Ella non vorrà ritener, per forza, lettere di una persona, che le ridomanda, riconsegnandole quelle, scritte da Lei.» -
— «E che io non riprendo. Ho aperto il pacco, ignorandone il contenuto, io. Non ritolgo, mai, ciò, che ho dato. Ed Ella signora mia riveritissima, giacchè Le è piaciuto di assumere questo messaggio, Ella, mi faccia il favor singolare di riportarli, questi fogli e questi oggetti. E dica alla Sua amica, alla amica Sua, che bruci pure ogni cosa, che ne faccia, quel che Le pare e piace; ma io non accetto indietro nulla. Prenda, prenda. Ecco, scusi, Le ficcherò io ogni cosa in tasca... Per Dio! mi brucian le mani questi fogli qui, mi bruciano!» -
— «Sia pure! Io Le impegno la mia parola, che tutto sarà distrutto. Ma ecco, le lettere della