chiamarsi ingannato,
ned insistere decentemente. Benone! Ma come?
Per lettera? No, no! la lettera è, di necessità,
monca, insufficiente, equivoca; e, sempre, poi, pericolosa.
A voce? Ma chi guarentiva la costanza dell’Almerinda?
In un colloquio, avrebbe, alla lunga, ceduto; e si sarebbe
stati daccapo. Quante volte non era andata a’
convegni, deliberata a spegolarsi; e n’era tornata più impaniata
di prima! Parve, dopo lungo deliberare, che
l’Orsenigo dovesse assumersi l’incarico di far capace il
povero Della-Morte, che tutto era finito tra la signora
Ruglia-Scielzo e lui. La dimane, andrebbe ella al convegno,
invece dell’amica; andrebbe, coraggiosamente, in
casa dell’ufficiale, a piantargli un pugnalotto nel cuore:
chè, già, prevedevano entrambe arcibenissimo quel,
ch’e’ soffrirebbe. La missione della Radegonda non era
delle facili! presentarsi da un uomo, appena conosciuto,
che stassene aspettando un’ora felice per dirgli: - «E’ ti bisogna
rinunziare, pel momento e pei futuro, ad ogni felicità!» - riportargli le lettere ed i doni, mandati alla sua
donna; chiedere la restituzione de’ pistolotti e de’ capelli
di lei; calmarne le furie... Uhm! ci voleva proprio la
baldanza d’una privilegiata della sorte, per accollarsi,
spontaneamente, questa briga, senz’esserci chiamata,
senza che l’affare a lei punto appartenesse.