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dagli Orsenigo. 25

un sospiro; e la meridionale, riscuotendosi, chiese con premura: - «Che c’è? che ti manca? Vuoi qualcosa?» -

— «Nulla, nulla, nulla!» -

— «Bah! se sospiri? Coeur qui soupire, n’a pas ce qu’il dèsire. E chi può giurare di non nutrir qualche desiderio insoddisfatto?» -

— «Io, bell’Almerinda. Ah sì, davvero, davvero, non mi avanza che desiderare. Sono felice quanto nessun’altra mai.» -

— «Eppure ho notato, che, la camicia, tu ce l’hai.» -

— «Burlona!» .

— «Ti pregherò di prestarmela; vedrei se mi giova.» -

— «Ma, veramente, sai? sono felice tanto, da non poterci pensare senza un certo raccapriccio. Tutto riesce a seconda de’ miei desideri più secreti. Se credessimo all’invidia de’ numi, io mi dispererei. Mi sforzo ad aver capricci; il caso o la provvidenza li soddisfa. S’io fossi irragionevole tanto, da incapricciarmi di una stella, persuaditi, la stella si staccherebbe dal cielo per cadermi in grembo. Guarda, giorni sono, mi soffermo innanzi alla vetrina d’un negoziante di stampe: c’era esposto un panorama di Napoli. Io penso: Sarebbe pur bello l’andarci! Torno a casa; e mio marito mi