macerava di non aver, continuamente, d’intorno la sua prole, di non accudirla in persona.
Gl’impegni clandestini, i conti interminabili, le cambialette
rinnovate, gli avalli imprudenti, a lei, costavano
nottate crudelmente insonni. La noncuranza geniale
dell’avvenire non è da tutte, ed il dimenticarsi de’ figliuoli;
e lo sparnazzarne il patrimonio con animo imperturbato.
Si nasce prodiga; e chi non v’ebbe disposizione
ingenita, male si studierà di acquistare una certa
bravura negli sprechi. Ci sono i pachidermi e ci sono i
solleticoni. Alcuni inghiottono, senza nausea, le velate
impertinenze de’ creditori e le aperte. I fratelli Scielzo
erano di questa tempra; ma l’Almerinda degenerava.
Nata massaja come si nasce matematico, non poteva diventare
una dissipatrice vera, per isforzarsi e studiarsi,
che facesse, mancandole il bernoccolo, l’organo. Nondimeno,
fiacchezza di carattere, accidia morale, arrendevolezza
all’esempio, peritanza di navigar contro corrente
od altro, che si fosse, o tutto questo insieme; la non osava
reagire contro l’abitudine invalsa, ed esser sè, ed
appagarsi, e ritôrsi in casa i figliuoli, ed amministrare
seriamente la roba, e restringersi nella vita casalinga e
borghese, conforme a’ bisogni ed alle aspirazioni dell’animo.