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dagli Orsenigo. 11

moltiplicarli al di là del nostro potere: la scadenza par, sempre, lontana; e, fin allora, si troverà modo di provvedere, qualche santo ajuterà. Per essere più franca, più libera, nella sua vita dissipata, la Ruglia-Scielzo avea, già, chiusa in educandato la figliuoletta maggiore; e non abbracciava, quasi mai, quel maschietto, che, per via dell’età, troppo tenera ancora, tollerava in casa, affidato, prima, ad una balia, poi, ad una bambinaja.

Così fanno tante e tante delle nostre madrifamiglie; ma naturalmente, spensieratamente, senza rimorsi o pentimenti, persuase di non far male. Considerandosi la maternità come un peso, ognuna cerca di sgravarsene, quanto più può. Reputando ogni lasciata esser perduta, ognuna cerca goder della vita, quanto più si può. Stimandosi padrona assoluta, illimitata dispositrice della roba propria e del conjuge, non già mera usufruttuaria ed amministratrice de’ beni, che, moralmente, appartengono a’ figliuoli, ognuna scialacqua e sciala, noncurante di minuirne l’eredità per quanto s’impoverisca, essi saranno, sempre, in obbligo di ringraziare i genitori, che avrebbero ben potuto ridurla al puro niente. Così la pensan molte; ed operano in conformità de’ loro pensieri. Ma l’Almerinda nostra, no: se operava come le molte, pensava altrimenti. Quel dolce peso della maternità, essa il rimpiangeva; e si