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dagli Orsenigo. 181

piacere, se iniquo, lascia l’amaro in bocca. Tuo marito ti ama, sempre; e generosamente. Egli perdona tutto, alla madre della sua Clotilde. Non mette condizioni. Vuoi di più? Le permette di metterne, quante e quali le piacciono. Ti prega, ti supplica, di tornare, in casa vostra, non per infastidirti con dimostrazioni di un affetto, che tu dispregi, ma per la figliuola comune, acciò tu possa gustar le gioje della maternità, acciò nessuno e nessuna s’arbitri, ad un atto, ad una parola irreverente e fastidiosa verso di te. Per sè, lui, nulla chiede; ti chiede, soltanto, di voler essere felice. Fa di consentire. Oh non iscrollare il capo, così. Rifletti, bene! Pensa, su quale strada ti se’ messa. Io voglio assentirti, che questo tuo Della-Morte non sia cattivo; e ch’egli ti abbia cara; e che false voci il diffamino. Ma quest’affetto durerà eterno, poi? ma non temi, ch’egli muti? ma quale sicurezza, quali guarentige t’offre? Credi tu, ch’egli possa stimarti? ch’egli possa stimare, chi abbandona marito e figliuola, in questa maniera? Non dovrà temere, a torto, sì, ma, pur, temere il medesimo, per sè? Non sospetti tu, ch’egli pensi, così? Qual vita, Radegonda! Ed hai lasciata la città nativa, e vivi segregata dal mondo, al quale lui, però, non rinunzia.