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s’eran manifestati, sin da’ principî della convivenza ed, anche, nelle cose, che sogliono dimostrare l’affetto. Per esempio, i doni, che, dapprima, Maurizio infliggeva, alla donna, (e che questa non osava rifiutare,) per essere di troppo valore, tornavano, quasi, un insulto; ricordavano le strenne e le mance, che si fanno, alle mantenute, che altri tiene per ostentazione, anzichè i ricordi, che un cuore bennato offre, timidamente, all’amica. E l’altera della Radegonda sentissene offesa; e volle arrischiare qualche rimostranza. Ma il Della-Morte s’imbestialì, in modo, da intimidirla; ed ella tacque. Il giovine, allora, smise di offrirle checchessia. E smise anche di condurla attorno, come aveva fatto sulle prime, quasi per dare in spettacolo la sua bella conquista e trarne vanto. Il che era spiaciuto, alla donna, che, pur, non aveva ardito di opporsi, accorgendosi, che lui ci trovava gusto e che, solo in questo modo, veniva a tenerla in un certo qual pregio.

La Radegonda rimase, quasi sempre, in casa; Maurizio andò, sempre più, a zonzo. E cominciò ad eccedere, spendendo in cavalli e, massime, poi, nel giuoco; al quale consacrava la miglior parte della nottata ed in cui faceva perdite rilevanti. Egli era agiato, ma non ricco; e, del resto, con quel vizietto del giuoco, non baste-