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car perchè, ben inteso!). Cercava scusare il trascorso della Radegonda. Suggeriva mille supposizioni, per attenuarlo. Oh n’insultez jamais une femme qui tombe! Mallevava, per essa, che, già, pentita, forse, anzi senza forse, solo, malinteso orgoglio le vietava di buttarsi, a’ piedi del marito, implorando perdono.

Gabrio, botta e risposta, scarabocchiò una controreplica. Quel dappocaccio mal comportava le molestie della vedovanza. Sarebbe passato sotto le più dure forche caudine morali, pur di riavere, in casa, quella cara gioja. Credo, che si pentisse, finanche, nel suo secreto, d’avere osato farle qualche osservazione; e, certo, se avesse preveduto l’avvenire, non si sarebbe lasciato indurre, per nulla al mondo, ad aprir gli occhi. Meglio tenerselo, pacificamente, un buon pajo di corna, che l’aver turbata e distrutta ogni antica abitudine, ogni comodità della vita. Che stoltezza, gettare il manico, dietro la scure: meglio mezza moglie, che nessuna. Ove la supposizione dell’Almerinda fosse vera, ove la Radegonda fosse stanca della vita randagia; ebbene, egli era pronto, ad aprir le braccia e raccór la pecorella smarrita. Ma come nutrire una tale lusinga, dopo tante pratiche di riconciliazione, tenute, da parecchie autorevoli persone, e tutte riuscite a vuoto? dove trovare una mediazione in-