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non son pedante, sette galli, come dicono i francesi. Il maggiore rispose, con frasi, tanto ravviluppate e contorte, e da cui si poteva cavare così poco senso e costrutto, che l’Almerinda, sempre, più, impensierita, pensò spedire una missiva, al marito dell’amica.

La risposta non si fece aspettare. Il buon Gabrio Salmoiraghi la chiarì d’ogni cosa, giudicando i fatti, beninteso, dal proprio punto di vista, ma, pure, con mitezza molta, per la moglie. Solo, verso il povero Maurizio, era ingiusto, davvero: già, con qualcuno, se l’aveva, pure, a prendere! Il chiamava un vile seduttore (vedi il giudizio uman, come, spesso, erra!) che, dietro suggestioni o suggerimenti del diavolo tentennino, e per castigo de’ peccati di lui Salmojraghi, senza dubbio, il Ministro della Guerra lo avea mandato di guarnigione, a Milano. Riandando il passato, ricordando il cambiamento, sopravvenuto, nella Radegonda, gli ultimi tempi del suo soggiorno a Napoli, emetteva, anche, il sospetto, che la relazione fra’ due fosse principiata, fin d’allora. Poi, descriveva lo stato dell’animo suo, la desolazione della casa, ora, che n’era partita (ahimè, per sempre?) colei, che l’aveva resa un paradiso. Nonna Teresa, per quanto affettuosa ed amante della nipotina Clotilde, pure, acciaccata e