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dagli Orsenigo. 139

piasse il cuore, allontanandosi dalle bandiere, per la applicazione del famoso articolo terzo; ma io narro e non giudico. Gli è un fatto, che Don Liborio fe’ gheppio, ripetendo, nell’agonia, le più belle sentenze di Cajo gli articoli del Codice Civile e gli arresti della Cassazione parigina. E li recitava, con maggior esattezza, di un legulejo, (divenuto ministro, per vergogna della patria nostra!) il quale soleva inventarne, pe’ bisogni delle cause, confidando che giudici e contraddittori non si prenderebbero l’incomodo di andare a riscontrare i repertori di Giurisprudenza.

Giovane, tuttavia, Donn’Almerinda rimase vedova e ricca. Di tempo in tempo, come avevan convenuto e promesso, prima di separarsi, la scrivucchiava alla Radegonda. Ma la Radegonda non le aveva, più, risposto, dacchè fu cominciata la sua relazione con Maurizio. L’Almerinda se ne impensierì. E, dopo tre o quattro lettere, rimaste senza alcun riscontro, si rivolse al maggior Gabrio Salmojraghi, il cui battaglione non era tornato in Napoli, dopo la guerra; anzi, credo, fosse stato sbalzato, in Sicilia, a reprimere i moti di Palermo ed importarvi il colèra o la colèra od il còlera o la còlera, che sia... dicano, come loro aggrada, o maschile o femminile, o piano o sdrucciolo! per me, che