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deva, senza sottrarne la benchè menoma somma per la figliuola, di cui tradiva, così, l’interesse. Non solo; ma parecchi superi di rendita annua, essendo stati impiegati a nome suo, come capo della famiglia, in tempi, in cui non era, certo, prevedibile questo screzio disgustoso, volle tenersene conto; e rimise l’equivalente, alla moglie, in titoli nominali. Non solo: ma le fece consegnare fino all’ultimo oggetto di valore, giojelli, eccetera; gliene era stato larghissimo e rappresentavano un bel capitaluzzo. Lei accettò, senza nè badare, ned apprezzare: cosa le importava? E lui, che, forse, sperava, questa sua condotta doverle fare un’impressione favorevole, dove produrre un senso di gratitudine, di ammirazione, di rimpianto! Vedi il giudizio uman, come, spesso, erra!

Così, fu saldata e ribadita la catena, che doveva legare eternamente, quel povero Maurizio, che non l’aveva nè voluta nè bramata, con la Radegonda. Povero Maurizio, davvero! La possedeva legalmente, per così dire. Gli era raccomandata, sentimentalmente, dalla nonna; e, quasi quasi, il marito gliela cedeva per contratto! Passarono i mesi, i bimestri, i trimestri, i quadrimestri, i semestri, passò il primo anno della aspettativa: ed il peso di quella unione gli diveniva, sempre più, increscioso ed intollerando,