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2 Dio ne scampi

L’amore, anch’esso, è manifestazione della fantasia; la facoltà d’amare è cognata alla virtù poetica. Se una femmina non ha il cervelluzzo congegnato in quel dato modo, ben potrà civetteggiare, condiscendere, eccitare, lusingare, promettere, deludere, crucïare e crucciarsi, bisticciarsi, rappattumarsi, come chiunque sa contar fino ad undici può scandire endecasillabi: ma i versi, per sè soli, non fanno poesia, nè le condiscendenze, da sole, costituiscono l’amore. Il senso n’è sustrato e presupposto, non essenza. Moltissime donnine, punto maliziose, ti fan le scapate, proprio, senza vocazione! E le non s’impaccerebber, mai, d’un ganzo, se nol ritenessero imposto dalla moda, dal buon-tono; se non temessero di scomparire, in faccia alle amiche ed al mondo. - «Mi crederebbero trascurata dagli uomini, destituita d’ogni attrattiva per invaghirli. E non voglio io!» - Troppo spesso, le donne somigliano al Gramprincipe Costantino, fratel maggiore dell’autocrate Niccolò primo. Aveva per favorito un generale Nostitz; il quale, discorrendo, con gli amici, del gran frutto, ch’e’ ricavava dall’affetto di su’ Altezza: – «Non dico però» – soggiungeva – «che il Gramprincipe m’ami; chêh! niente affatto! ma gli è caro di avere un bestione par mio, nel suo serraglio». – Così l’Ida e l’Ada si compiacciono d’aver addo-