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sieme (e foss’anche la prima e la seconda volta, sola; ed, anche, co’ precedenti, corsi fra Maurizio e la Radegonda), venir subito a ragionamento di amore; e lui, paffete! subito tentare; e lei, puffete! immantinenti cedere? Pazienza, pazienza! Col tempo e con la paglia, maturano le nespole; l’albero, al primo colpo, non si atterra; Roma non fu fatta, in un dì.

Certo è, che Maurizio, (il quale s’era proposto: di fare una visitina di quindici minuti, al più al più! e di non ripeterla, mai!) rimase, come dicevamo, tre buone ore, dalla Radegonda: e prese il cappello, sol, perchè l’orologio a pendolo lo avvertì esser prossima la mezzanotte. Chiese licenza di tornare. E (ben inteso) non incontrò difficoltà ad impetrarlo; anzi, fu pregato di non indugiar, molto, la seconda visita. Allora, Maurizio si accese d’un desiderio ardentissimo di rivedere il signore Salmojraghi: il suo buon Gabrio; ed avendogli la signora assicurato, che, il domani, e’ rimarrebbe, gran parte della serata, in casa: - «Ed Ella mi scuserebbe, se tornassi domani?» -

— «Anzi, Ve ne sarei riconoscentissima. Purchè non vi annojate troppo?» -

— «Accanto a Lei? sarebbe impossibile.» -

— «Oh se ci mettiamo su’ complimenti?...» -

— «Se chiamiamo complimenti le verità limpide, schiette e pure!..» -