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bisogna, o tutti adesso finirli, o che abbattan la rocca
di Troia, e facciano essi sterminio di tutti i Troiani».
     Cosí diceva, e mosse; con lui Melanippo anche mosse.
     560E il Telamonio Aiace spronava a sua volta gli Argivi:
«Uomini siate, amici, l’onore vi dòmini l’alma,
e l’uno abbia vergogna dell’altro, nei cozzi di guerra:
piú di frequente si salva, chi bada all’onore: chi fugge,
nessuna gloria avrà, né per questo sarà piú sicuro».
     565Cosí diceva. E quelli, che pure anelavan la pugna,
le sue parole in cuore scolpirono, e attorno alle navi
strinser di bronzo un recinto. Ma Giove eccitava i Troiani.
E Menelao, gagliardo guerriero, ad Antíloco disse:
«Niuno è di te fra gli Achei piú giovine, Antíloco, niuno
570ha piú veloce il piede, né piú da gagliardo combatte:
vedi se puoi lanciarti, colpire qualcun dei Troiani».
     Cosí diceva; e indietro tornò, poi che l’ebbe eccitato.
E quei, dinanzi ai primi balzato, guardandosi intorno,
scagliò l’asta fulgente. Si trassero indietro i Troiani,
575mentre vibrava il colpo; né vana partí la zagaglia,
ma Melanippo colpí, d’Ichetàone il figlio gagliardo,
presso una mamma, nel seno, mentre egli accorreva alla pugna.
Diede, cadendo, un tonfo, su lui rintronarono l’armi.
     E Antíloco balzò su lui, come un cane si lancia
580sopra un cerbiatto ferito, cui, mentre balzava dal covo,
il cacciatore colpí, gli sciolse il vigor delle membra.
Cosí balzò su te, Melanippo, Antíloco prode,
ché l’armi tue predare voleva; ma ben se n’accorse
Ettore forte; e contro gli corse nell’aspra battaglia.
585Né lui, sebbene fosse fortissimo, Antíloco attese;
anzi fuggí, come fiera quando abbia compiuto un eccidio,