intatti i beni suoi saranno e la casa, se un giorno
con le lor navi gli Achèi dovranno tornare alla patria». 500Queste parole, l’ardire, la furia eccitaron di tutti.
E d’altra parte, Aiace, tal grido rivolse ai compagni:
«Vergogna, Achei! Niun altro partito ora c’è, che salvezza
cercar, lungi dai legni cacciando il nemico, o morire.
Forse sperate, se i legni strugge Ettore prode, che possa 505a piedi ognun di voi tornare alla terra patema?
E non udite dunque come Ettore incíta le genti
tutte, com’egli brama dar fuoco alle navi d’Acaia?
A danza ei non l’invita: che corrano a pugna l’invita;
e qui non c’è per noi consiglio né avviso migliore 510che fronte opporre a fronte, mescendo la furia e le mani:
meglio in un punto solo morire o salvare la vita,
che in una pugna esosa distruggersi in lento martirio,
presso alle navi qui, contro gente di noi meno forte».
Queste parole, l’ardire, la furia eccitaron di tutti. 515Ettore allora Schedio colpí, di Perímede figlio,
capo ai Focesi: cadde d’Antènore il nobile figlio,
Laodamante, ai colpi d’Aiace: era duce ai pedoni:
Polidamante tolse la vita ad Otone Cillenio,
compagno di Filíde, signor dei magnanimi Epèi. 520Mege lo vide, e su lui piombò; ma si trasse di fianco
Polidamante, e il colpo fallí, poiché Febo non volle
che fra le prime schiere cadesse il figliuol di Pantòo;
e Cresmo invece fu colpito nel mezzo del petto:
piombò rombando; e quegli dagli omeri l’armi gli tolse. 525Dòlope intanto su lui balzò, gran maestro di lancia,
figlio di Lampo, degli aspri cimenti ben pratico: Lampo
figlio di Laomedonte, fu il primo fra gli uomini tutti.