Cosí diceva; e quelli facevan cosí com’ei disse;
e, via scossa la polve, di nuovo indossarono i manti. 740Ed il Pelíde allora propose altri premii pel corso:
bene foggiato un cratère d’argento: tenea sei misure,
e superava ogni altro su tutta la terra in bellezza,
ché con gran cura allestito l’avevano i Sídoni industri
ed i Fenici portato l’avean su l’aerëo ponto, 745nei porti esposto; e poi, ne fecero dono a Toante:
Eunío, poi, di Giasone figliuolo, a riscatto del figlio
di Príamo, Licaòne, a Pàtroclo dato l’aveva.
E Achille allor lo pose qual premio dei funebri ludi,
a chi piú si mostrasse veloce negli agili piedi. 750Un grande bove pingue di grasso fu il premio secondo:
mezzo talento d’oro fu il premio serbato pel terzo.
E in piedi surto Achille, cosí si rivolse agli Argivi:
«Vengano avanti quelli che affrontano questo cimento».
E balzò primo Aiace veloce, figliuol d’Oïlèo, 755poscia lo scaltro Ulisse: fu terzo di Nèstore il figlio,
Antíloco, il piú pronto, fra i giovani tutti, alla corsa.
Stettero in fila, e Achille la mèta segnò della gara.
E dalle sbarre a corsa si mossero. E presto alla testa
Aiace Oilèo si mise: Ulisse veniva secondo, 760che l’incalzava da presso, cosí come il pettine al seno
di femmina che tesse, quando ella a sé presso lo tira,
traendo a forza il filo lontan dalla trama, ed al petto
vicino: tanto Ulisse correva dappresso ad Aiace,
e ne calcava, pria che sorgesse la polvere, l’orme. 765E su la nuca il fiato Ulisse divin gli alitava,
sempre correndo in furia: gridavan gli Achivi acclamando,
e l’eccitavano, mentre già tanto era pieno d’ardore.