380E fra i Troiani Achille balzò con un orrido grido,
tutto precinto d’ardire. E primo Ifitíone trafisse,
d’Otrunte il prode figlio, che a popoli molti era guida.
Lui generava ad Otrunte di rocche eversore, una Ninfa
sotto il nevoso Tmolo, nei pascoli fertili d’Ida. 385Achille lo colpi con la lancia, mentr’ei s’avventava,
a mezzo il capo; e tutto fu il capo diviso in due parti.
Diede un rimbombo cadendo, su lui menò vanto il Pelíde:
«Giaci, o figliuolo d’Otrunte, tremendo fra gli uomini tutti.
Quivi la tomba avrai, sebben la palude Gigèa 390ti die’ la vita, dove t’aspettano i beni paterni.
Dov’è l’Illo pescoso, dove, tutto vortici, l’Ermo?».
Menò tal vanto Achille. La tènebra a quello sugli occhi
scese; e i cavalli Achei lo fransero sotto le ruote,
lí nelle prime file. D’Antènore quindi il figliuolo, 395Demoleonte uccise, valente campione di guerra.
Giusto alla tempia lo colse, traverso l’elmetto di bronzo;
ma non rattenne il colpo l’elmetto di bronzo; e la punta
tramezzo lo forò, franse l’osso, e il cervello di dentro
tutto si spappolò: lo prostrò che moveva all’assalto. 400Ippodamante poi, che era balzato dal cocchio
e innanzi a lui fuggiva, di lancia ferí nella schiena:
egli esalò, ruggendo, lo spirito; e toro sembrava
che va muggendo quando lo traggono al Nume eliconio
vittima i giovani; e il Dio che scuote la terra, n’è lieto. 405Tra questi mugghi, l’alma sua prode fuggiva dall’ossa.
E con la lancia allora, colpí Polidoro divino,
figlio di Priamo. Il padre mandarlo alla pugna negava,
perché dei suoi figliuoli quello era il piú giovine, e caro
a lui su tutti gli altri. Vincea tutti quanti nel corso;