ecco, levarono il corpo, con pingue licore d’ulivo 350l’unsero, empieron tutte le piaghe d’unguento novenne.
Poscia lo poser sul letto, distesero un lino sottile
dal corpo ai piedi, e sopra vi posero un candido manto.
E tutta notte poi, d’intorno ad Achille veloce,
i Mirmidóni lamenti levaron su Pàtroclo spento. 355E Giove ad Era, sua sorella e sua sposa, diceva:
«Era dagli occhi lucenti, compiuto hai pur ciò che volevi:
tornare Achille piediveloce hai pur fatto alla zuffa!
Sono tuoi figli di certo gli Achei dalle fulgide chiome!»
Ed Era a lui, la Diva dagli occhi fulgenti, rispose: 360«Quali parole mai, prepotente Croníde, hai tu dette?
L’uom contro l’uomo pure riesce a tramare un suo danno,
sebbene sia mortale, sebbene non ha troppo senno:
e come io, che mi vanto fra tutte le Dive l’eccelsa,
per due ragioni, ch’io prima nacqui, e che sono tua sposa, 365di te che tutti i Numi d’Olimpo governi, come io
contro i Troiani ordire non devo malanni, se li odio?».
Queste parole, dunque, scambiavano l’uno con l’altro.
E Teti pie’ d’argento, pervenne alla casa d’Efèsto,
stellata, eterna, bella fra quante son case dei Numi, 370tutta di bronzo, che aveva costrutta egli stesso, il Pie’ torto.
E lo trovò che sudava, girandosi ai mantici attorno,
che s’affrettava: stava foggiando dei tripodi, venti,
da stare alle pareti d’intorno a una solida stanza.
Sotto a ciascuno, alla base, disposte egli aveva rotelle 375d’oro, perché da sé movesser dei Numi ai convegni,
poi ritornassero a casa da sé, meraviglia a vederli.
Eran sin qui compiuti; ma ancora le fulgide orecchie
non v’erano: ei le stava foggiando, battendone i chiovi.