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470-499 CANTO II 43

470ch’egli spicca fra quante giovenche gli sono d’intorno:
tale sembianza diede quel giorno il Croníde all’Atríde,
ch’egli fra tutti eccellesse, distinto fra tutti gli eroi.
     Ditemi adesso, o Muse che avete dimora in Olimpo,
che Dive siete a tutto presenti, che tutto sapete,
475e noi la fama udimmo soltanto, ma nulla vedemmo,
ditemi i prenci dei Dànai, che a guerra guidavan le schiere.
Di certo io non potrei dire il numero e il nome di tutti,
neppur se dieci lingue, neppur se avessi io dieci bocche,
ed una voce che mai non si spezza, ed un cuore di bronzo,
480se pur le Olimpie Muse, le figlie di Giove possente,
non mi vorranno a memoria tornar quanti vennero in Ilio;
ma pur dei legni i duci, dirò tutti quanti, e le navi.
     Erano dei Beoti signori Penèlëo, Lito,
Arcesilao, Protoènore, Clonio; ed i loro compagni
485Iria abitavano, e il suolo roccioso d’Àulide, e Scino,
e Scòlo, ed Eteòne, coperto di valli e di selve,
e Tespia, e Micalesso dall’ampie contrade, ed Ilesio,
e Graia; ed altri ad Arma d’intorno abitavano, a Erítra,
altri Eleóna poi tenevan, Petèone ed Ila,
490con Medeòna, città di solide mura, Ecalía,
e Copa, Eutrèsi, e Tisbe, nutrice di tante colombe:
altri, ancora, Alïarte, di pascoli ricca, e Platèa
tenevan, Coronèa: Glisanta abitavano questi,
e quegli altri Ipotèbe, città dalle solide mura,
495e Onchèsto sacra, ov’è di Posídone il fulgido bosco:
altri abitavano Arne di grappoli ricca, e Midèa,
Nisa la sacra, e Antèdo, che sorge agli estremi confini.
Cinquanta eran venuti dei loro navigli: in ciascuno
erano centoventi venuti guerrieri Beoti.