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PREFAZIONE LV

il quale con la sua sagacia infallibile, osservò che i poemi d’Omero scoprono le verità dello spirito assai meglio di qualsiasi libro di filosofia (Epistole, I, 2).

Troiani belli scriptorem, Maxime Lolli,
dum tu declamas Romae, Praeneste relegi,
qui quid sit pulchrum, quid turpe, quid utile, quid non
planius ac melius Chrysippo et Crantore dicit.

***

Questa è dunque la profonda sostanza dei poemi d’Omero: una gloriosa, trionfale conquista di verità nel campo dell’arte.

Tale è l’inconfondibile sigillo di nobiltà che li distingue; e che, insieme coi poemi, distingue e glorifica tutta una stirpe.

E sopra il cupo sfondo meteorico delle antiche civiltà e delle antiche arti orientali, dove forme e colori soverchiano d’ogni parte la misura, in mezzo ad un caotico vaporar di fumi, a un rugghiar di fiamme, a un crollare di ceneri, l’arte d’Omero rifulge improvvisa come la bianca alba serena, in cui tutte le forme acquistano le giuste proporzioni e i precisi contorni, e sovra le forme si frange la pura luce con le mille e mille inebrianti sfumature dell’iride.