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PREFAZIONE XLI

l’analisi, tanto più se ne resta meravigliati. Essa è veramente un organismo di perfezione, d’energia meravigliosa.

Ecco una quantità di particelle precise e squisite, che investono lo spazio e ne riflettono i rapporti nella aerea materia dei vocaboli, cosí nitidamente come le linee sopra una superficie.

Ecco la proiezione di questi schemi spaziali sul tempo, che ne riesce anch’esso dominato e misurato, con una determinazione sempre piú molteplice e fine.

Ecco una nuova proiezione di entrambi questi schemi sopra l’oscuro diaframma della psiche, sí che ne rimangano dominate ed espresse, mediante un’ampia creazione metaforica, tutte le categorie logiche.

Ecco, infine, un perfetto e lieve meccanismo di suffissi e di prefissi, mercé del quale i vocaboli possono essere svincolati dall’ovvio e pedestre ordine strettamente logico, e compaginati, senza scàpito della chiarezza, con la medesima vaga libertà onde il musaicista compone coi suoi tasselli linee e colori.

Ora, tutto questo meccanismo, mercè del quale il linguaggio esce dall’impressionismo, sia pure affascinante, ma impreciso, per riuscire ad una perfetta riproduzione del mondo obiettivo e del mondo subiettivo, coi loro giusti rapporti, il loro giusto rilievo, la loro prospettiva lineare e la loro prospettiva aerea, sembrerebbe da attribuire ad una gente ben diversa dalla cretese, cosí ribelle ad ogni geometrizzazione.

Questa gente sarà il complesso dei popoli del mare. Dunque, indo-europea. Indo-europee sono infatti la grammatica e la sintassi omerica ed ellenica.

Vediamo cosí ben chiari questi due elementi costitutivi della lingua omerica: massa di vocaboli foggiata da un popolo