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XXXVIII PREFAZIONE


È sicura conclusione della moderna scienza linguistica, che solo per una parte dei nomi greci l’indo-europeo offre una etimologia certa, o, per lo meno, soddisfacente1. Una immensa quantità di vocaboli è invece d’origine sconosciuta2; e il numero tanto ne cresce, quanto si risale dai tempi classici ai poeti lirici e ad Omero.

Questi vocaboli saranno certo, come opina l’Autran, una eredità dei popoli del mare. Ma, poiché anche questi sono indoeuropei, devono averli presi da altri.

E d’altra parte, molti di questi nomi esistono anche nelle lingue semitiche3. Se non che, neppure nel campo semitico se ne trova l’etimologia. E siccome non è probabile che i Semiti le abbiano tolte dai Greci, l’unica spiegazione plausibile è che questi e quelli li togliessero da un terzo gruppo, sensibilmente differente dai primi due.

Cosí risaliamo assai nel tempo. Risaliamo ad un popolo la cui civiltà è anteriore e maestra cosí ai Greci come ai Semiti.

E se tentiamo una raccolta ed una classificazione di questi vocaboli, ci troviamo dinanzi il più brillante dei microcosmi4. Pietre, gemme, piante alimentari aromatiche medicinali, alberi,

  1. Meillet, Aperçu d’une histoire de la langue grecque, pag. 59 sg.
  2. Meillet, Memoires de la Société linguistique de Paris, vol. XIV, pag. 111. Vedi anche Cuny, Revue des Études anciens, 1910. pag. 154, e Autran, Phéniciens.
  3. Per esempio: ταῦρος, ϝοῖνος, ὀθόνη, βύσσος, χιτών, κάρπασος, κάδος, σάκκος, βωμός, παλλακίς, καλβάνη, ὕσσωπος, χρυσός, ἀῤῥαβών, λέσχη, κάννα, μνᾶ.
  4. Se ne può vedere un tentativo in Glotz, La cívilisation égéenne, pagina 441 sg. È una raccolta molto scarsa, che si può completare, e sempre in via molto provvisoria, con gli scritti già ricordati del Meillet e dell’Autran.