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234 ILIADE 379-408

di qui vi pagherà mio padre infinito riscatto,
380quando saprà ch’io vivo son presso le navi d’Acaia».
     E a lui rispose Ulisse divino, lo scaltro consiglio:
«Fa’ cuore, e non ti passi pel capo l’idea di morire.
Ma questo dimmi adesso, rispondimi senza menzogna:
dove, dal campo verso le navi, tu vai cosí solo,
385di notte piena, quando riposano tutti i mortali?
Forse a spogliare vai qualcun dei guerrieri caduti,
o t’invïò, che tu quanto avvien presso i legni spiassi,
Ettore? Oppure qui la sola tua brama ti spinse?».
     E questo, a membro a membro tremando, rispose Dolone:
390«Ettore fuori di senno mi trasse con molte follie,
che mi promise che dati m’avrebbe i veloci cavalli
del figlio di Pelèo, col carro fregiato di rame,
e m’ordinò che andassi di corsa pel buio notturno,
ed ai nemici presso venissi, e ridirgli sapessi
395se son guardate, come già eran, le rapide navi,
oppur se oramai siete domati dal nostro valore,
e di fuggir prendete consiglio, né il cuore vi basta
piú di far guardia, oppressi di grave stanchezza, la notte».
     E a lui rispose Ulisse, lo scaltro consiglio, e rideva:
400«Piccol non era, il dono che tu vagheggiavi! I cavalli
del valoroso nipote d’Eàco! Difficile cosa
per gli uomini mortali, costringerli al carro e guidarli,
tranne che per Achille, che ebbe per madre una Diva!
Ma dimmi questo, adesso, rispondimi senza menzogna:
405quando venisti qui, dov’era il pastore di genti
Ettore? L’armi sue da guerra ove sono, e i cavalli?
Come disposti sono, le scólte e i giacigli troiani?
Che cosa stan tramando fra loro, che cosa hanno in mente?