380Era, la Dea veneranda, la figlia di Crono l’eccelso;
mosse, e i cavalli aggiogò dagli aurei frontali; ed Atena
la figlia occhiazzurrina di Giove dell’ègida sire,
spogliò sopra la soglia del padre il suo morbido peplo,
variopinto, che aveva foggiato ella stessa ed ornato, 385la tunica indossò di Giove che i nugoli aduna,
l’armi indossò, con cui moveva fra il pianto e la guerra,
e sopra il cocchio balzò fiammante, stringendo nel pugno
l’asta massiccia, grande, pesante, che stermina a schiere
gli eroi con cui s’adira la figlia del padre possente. 390Di qui, dunque, i corsieri guidarono, al pungolo pronti.
Giove però le scòrse dall’Ida, e fu grave il suo cruccio;
e spinse Iri, ch’à d’oro le penne, a recare un messaggio:
«Iri veloce, va’, fa’ che tornino; e starmi di contro
piú non ardiscano! Brutta sarà, se verremo a contesa! 395Ché questo io dico adesso, che avrà compimento sicuro:
io prima azzoppirò sotto il cocchio i veloci cavalli,
dal seggio abbatterò loro stesse; ed il carro in frantumi;
sicché, neppure quando saranno trascorsi dieci anni,
sane saranno, ove l’abbia la folgore impresse, le piaghe: 400ché l’occhiazzurra impari, se ardisce azzuffarsi col padre.
D’Era non tanto mi cruccio, né tanto mi provoca a sdegno:
ché sempre contro me, checché possa io dire, la trovo».
Disse. E a recare il messaggio corse Iri dal pie’ di procella.
Mosse dai picchi d’Ida ai vertici sommi d’Olimpo, 405e dell’Olimpo fitto di gioghi trovò su le porte
le Dive, e le rattenne, recando il comando di Giove:
«Dove correte? Quale delirio nel seno v’infuria?
Giove non vuole che voi soccorso rechiate agli Argivi.
Fece il Croníde questa minaccia, che avrà compimento: