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PREFAZIONE XXV

meneo è considerato perfettamente alla pari con tutti gli altri duci1.

Idomenèo è figlio di Deucalione, e questi di Minosse: eccoci innanzi al nome celeberrimo, che empie per tanta parte la vita preellenica.

Se diamo un’occhiata ai nostri quadri genealogici (pag. XX), lo troviamo nella medesima fila di Pelope, Eaco, Enèo: con quella terribile generazione di Achei che affermano dappertutto il loro dominio con le armi e con la ferocia. E anch’esso, al pari di quei suoi coetanei, è figlio di Giove. Ossia, uscendo da una schiera d’ignoti, apre una dinastia di illustri e di potenti.

Veramente, la tradizione conosce due Minossi. Uno, figlio di Giove e fratello di Radamanto, il savio legislatore, assunto, per la sua equità, giudice dell’Averno. L’altro, figlio di Lycasto, il violento che costringe alla fuga il fratello, il crudele che applica il supplizio del labirinto, e fa costruire il gigante Talo che contro il suo petto di ferro schiaccia gl’incauti che approdano a Creta, il marito di Pasífae, la piú lussuriosa magalda che la storia ricordi.

Ma in realtà, Omero ed Esiodo conoscono un solo Minosse.

E ce ne fu uno solo: l’acheo, che giunge per mare, rovescia il dominio cretese, e vi sostituisce il proprio2.

La ferocia di questa invasione è attestata dalle rovine dei

  1. Nel viso scolpito in uno scettro cretese di corno, che ricorda singolarmente una delle maschere d’oro di Micene, il Glotz (La civilisation égéenne, fig. 4-5) crede di poter ravvisare un re acheo di Creta, forse appunto Idomeneo. L’ipotesi non è affatto chimerica.
  2. Diodoro e Strabone riferiscono leggende secondo le quali Minosse