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168 ILIADE 439-468

Fu poi dal lato esterno del muro scavata una fossa
440grande, profonda, larga, confitti vi furono pali.
Stavan cosí gli Achei dalle floride chiome al travaglio.
E i Numi, presso Giove, che i folgori avventa, seduti,
stupivan degli Achei loricati di bronzo, le gesta.
Ed a parlare prese fra loro Posídone, e disse:
445«Deh!, Giove padre, qual uomo piú mai su la terra infinita
agli Immortali vorrà svelar ciò che crede e che sente?
Or non vediamo noi che gli Achei dalla florida chioma
hanno levato un muro dinanzi alle navi, e una fossa
hanno scavata, e ai Numi non hanno immolata ecatombe?
450Dovunque Aurora sorge, sarà questo muro famoso,
e quello oblieranno che io con Apolline Febo
già costruimmo per Laömedonte, e fu grave fatica!».
     E a lui crucciato, Giove che i nugoli aduna, rispose:
«Ahimè, Nume possente che scuoti la terra, che dici?
455Altri, se mai, fra i Numi, di questo potrebbe temere,
che assai fosse di te piú fiacco e di mani e d’ardire.
La gloria tua sarà dovunque rifulga l’Aurora.
Animo, dunque, allorché gli Achei dalle floride chiome
faranno, essi e le navi, ritorno alla terra nativa,
460tu la muraglia spezza, disperdila tutta nel mare;
e poi la spiaggia grande di nuovo ricopri di sabbia:
sia degli Achei cosí da te la muraglia distrutta».
     Queste parole cosí scambiavano l’uno con l’altro.
E il sol s’immerse, e l’opra compiuta era già degli Achivi.
465E buoi presso le tende sgozzarono, e presero il pasto.
E poi, giunsero navi da Lemno, e recarono vino,
molto: lo avea mandato Evèno figliuol di Giasone,
cui generava a Giasone, signore di genti, Issipíle;