diede cadendo un rimbombo, su lui rintronarono l’armi. 500E si ritrassero i primi guerrieri con Ettore prode.
Alto innalzaron clamore gli Achei, lunge trassero i morti,
e avanti molto piú si spinsero. E Apollo, volgendo
gli occhi su Pergamo, d’ira fu pieno, e si volse ai Troiani:
«Scuotetevi, su via, Troiani, e dinanzi agli Argivi 505più non fuggite! La pelle di pietra non han, né di ferro,
da rintuzzare, quando li offenda, la furia del bronzo!
Neppur combatte Achille, vedete! Di Tètide il figlio,
cova, presso le navi, la bile che il cuore gli rode».
Febo terribile disse cosí dalla rocca; e la figlia 510di Giove, la famosa, la diva Tritònide, mosse
ad eccitar gli Achivi, dovunque cedessero il campo.
Quivi la Parca abbatté Diòre figliuol d’Amaranco.
Colpito fu da un sasso tutto aspro allo stinco sinistro,
presso al malleolo: scagliato l’aveva d’Ìmbraso il figlio, 515Peiròo, ch’era qui d’Àino venuto alla testa dei Traci.
I tendini anche e l’ossa sfracellò l’immane macigno;
cadde l’eroe nella polve rovescio, ed entrambe le palme
tendéa verso gli amici, traendo l’estremo respiro.
E sopra allor Peiróo gli fu, che l’aveva colpito, 520e presso all’umbilico gl’immerse la lancia: l’entragne
tutte si sparsero a terra, sugli occhi gli corse la notte.
Ma contro Peiróo che indietro balzava, Toante
Ètolo sotto la mamma, vibrò la sua lancia: la punta
si conficcò nel polmone. Toante, venutogli accosto, 525la grande asta dal petto strappò, trasse fuori la spada,
e in mezzo al ventre un colpo vibrò, che gli tolse la vita.
Ma non pote’ spogliarlo: d’intorno gli furono i Traci
dall’irte chiome, in pugno stringendo le lunghe zagaglie;