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20che nella dura zuffa pugnasser con lui faccia a faccia.
Or, come lo scoprí Menelao, prediletto di Marte,
ch’egli dinanzi alle schiere movea degli amici a gran passo,
s’allegrò, come leone famelico, quando s’imbatte
in un gran corpo di cervo cornigero, oppur di selvaggio
25capro; e con brama vorace lo sbrana, per quanto lontano
uomini saldi e cani veloci lo voglian tenere.
Del pari Menelao s’allegrò, quando Paride bello
vide; poiché fra sé sperò trar vendetta del drudo;
e súbito dal cocchio giù a terra balzò, tutto armato.
30Come veduto l’ebbe fra gli ordini primi apparire,
Paride simile a un Dio, fiero urto sentí nel suo cuore,
e rïentrò fra le schiere dei suoi, per sfuggire alla morte.
Come se un uomo vede, fra gole di monti, un dragone,
un balzo indietro fa, terrore gl’invade le membra,
35il passo indietro volge, pallore gli copre le guance;
cosí degli animosi Troiani di nuovo Alessandro
si ritirò tra le file, per téma del figlio d’Atrèo.
Lo vide Ettore, e queste gli volse parole d’obbrobrio:
«Paride tristo, bello di viso, femminiero, drudo,
40deh! se tu nato mai non fossi, se privo di nozze
fossi tu morto! Questo vorrei: ché sarebbe assai meglio,
ch’essere oggetto, come tu sei, di vergogna e di sprezzo.
Sghignazzeranno, adesso, gli Achei dalle floride chiome,
diranno che il piú prode sei tu perché bello è il tuo viso,
45ma che però nel cuore non hai né coraggio né forza.
E, tale essendo tu, sovresse le rapide navi
il mare hai traversato, seguíto dai fidi compagni,
ti sei mischiato a genti straniere, una donna hai rapita
bella, di terra lontana, cognata di prodi guerrieri,