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v.1127 libro secondo 61

I Traci conducean quanti ne serra
L’estuoso Ellesponto; ed i Cicóni
Del giavellotto vibratori, Eufemo
Del Ceade Trezeno alto nipote;1130
Poi Pirecme i Peóni a cui sul tergo
Suonan gli archi ricurvi, e gli spedisce
La rimota Amidone, e l’Assio, fiume
Di larga correntía, l’Assio di cui
Non si spande ne’ campi onda più bella.1135
   Dall’èneto paese ov’è la razza
Dell’indomite mule, conducea
Di Pilemene l’animoso petto
I Paflagoni, di Citoro e Sésamo
E di splendide case abitatori1140
Lungo le rive del Partenio fiume,
E d’Egiálo e di Cromna e dell’eccelse
Balze eritine. Li seguía la squadra
Degli Alizoni d’Alibe discesi,
D’Alibe ricca dell’argentea vena.1145
Duci a questi eran Hodio ed Epistrófo,
E Cromi ai Misii e l’indovino Ennómo.
Ma con gli augurii il misero non seppe
Schivar la Parca. Sotto l’asta ei cadde
Del Pelíde, quel dì che di nemica1150
Strage vermiglio lo Scamandro ei fece.
   Forci ed Ascanio dëiforme al campo
Dall’Ascania traean le frigie torme
Di commetter battaglia impazïenti.
   Di Pilemene i figli Antifo e Mestle,1155
Alla gigéa palude partoriti,
Ai Meonii eran duci, a quelli ancora
Che alla falda del Tmolo ebber la vita.
   Quindi i Carii di barbara favella
Di Mileto abitanti e del frondoso1160