De’ più forti guerrier schiera infinita
Coll’aste in pugno di ferir bramose.
Ai Dardani comanda il valoroso1095
Figliuol d’Anchise Enea cui la divina
Venere in Ida partorì, commista
Diva immortale ad un mortal; ned egli
Solo comanda, ma ben anco i due
Antenóridi Archiloco e Acamante1100
In tutte guise di battaglia esperti.
Quei che dell’Ida alle radici estreme
Hanno stanza in Zeléa ricchi Troiani
La profonda beventi acqua d’Asepo,
Pandaro guida, licaonio figlio,1105
Cui fe’ dono dell’arco Apollo istesso.
Della città d’Apesio e d’Adrastéa,
Di Pitïéa la gente e dell’eccelsa
Feréa montagna han duci Adrasto ed Anfio
Corazzato di lino, ambo rampolli1110
Di Merope Percosio. Era costui
Divinator famoso, ed a’ suoi figli
Non consentía l’andata all’omicida
Guerra. Ma i figli non l’udîr; chè nero
A morir li traea fato crudele.1115
Mandâr Percote e Prazio e Sesto e Abido
E la nobile Arisba i lor guerrieri,
Ed Asio li conduce, Asio figliuolo
D’Irtaco, e prence che d’Arisba venne
Da fervidi portato alti cavalli1120
Alla riviera sellentéa nudriti.
Dalla pingue Larissa i furibondi
Lanciatori pelasghi Ippótoo mena
Con Piléo, bellicosi ambo germogli
Del pelasgico Leto Teutamíde.1125
Acamante e l’eroe duce Piróo