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v.925 libro secondo 55

Conquistata per mezzo alla ruïna925
Di Lirnesso e di Tebe, a morte spinti
Del bellicoso Eveno ambo i figliuoli
Epistrofo e Minete. Per costei
Languía nell’ozio il mesto eroe; ma il giorno
Del suo destarsi all’armi era vicino.930
   Quei che Filáce e la fiorita Pírraso,
Terra a Cerere sacra, e la feconda
Di molto gregge Itóne, e quei che manda
La marittima Antrone e di Pteléo
L’erboso suol, reggea, mentre che visse,935
Il marzïal Protesilao. Ma lui
La negra terra allor chiudea nel seno,
E la moglie in Filáce derelitta
Le belle gote lacerava, e tutta
Vedova del suo re piangea la casa.940
Primo ei balzossi dalle navi, e primo
Trafitto cadde dal dardanio ferro:
Ma senza duce non restò sua schiera,
Chè Podarce or la guida, esimio figlio
Del Filacide Ificlo, che di pingui945
Lanose torme avea molta ricchezza.
Del magnanimo ucciso era Podarce
Minor germano; ma perchè quel grande
Non pur d’anni il vincea, ma di prodezza,
L’egregio estinto duce era pur sempre950
Di sua schiera il desío. Di questa squadra
Son quaranta le navi in ordinanza.
   Gli abitator di Fere, appo il bebéo
Stagno, e quelli di Bebe e di Glafira
E dell’alta Jaolco avean salpato955
Con undici navigli. Eumelo è duce,
Germe caro d’Admeto, e la divina