A cui Ciparissente e Anfigenía
Sono stanza, e Pteléo ed Elo e Dorio,790
Dorio famosa per l’acerbo scontro
Che col tracio Tamiri ebber le Muse
Il giorno che d’Ecalia e dagli alberghi
Dell’ecaliese Euríto ei fea ritorno.
Millantava costui che vinte avría795
Al paragon del canto anco le Muse,
Le Muse figlie dell’Egíoco Giove.
Adirate le dive al burbanzoso
Tolser la luce e il dolce canto e l’arte
Delle corde dilette animatrice.800
Seguìa l’arcade schiera dalle falde
Del Cillene discesa e dai contorni
Del tumulo d’Epíto, esperta gente
Nel ferir da vicino. Uscía con essa
Di campestri garzoni una caterva,805
Che del Fenéo li paschi e il pecoroso
Orcomeno lasciâr. V’eran di Ripe
E di Strazia i coloni e di Tegéa,
E quei d’Enispe tempestosa, e quelli
Cui dell’amena Mantinéa nutrisce810
L’opima gleba e la stinfalia valle
E la parrasia selva. Avean costoro
Spiegate al vento di cinquanta e dieci
Navi le vele, che a varcar le negre
Onde lor diè lo stesso rege Atride815
Agamennóne; perocchè di studi
Marinareschi all’Arcade non cale.
D’intrepidi nell’arme e sperti petti
Iva carca ciascuna, e la reggea
D’Ancéo figliuolo il rege Agapenorre.820
La squadra che consegue, e si divide
Quadripartita, ha quattro duci, e ognuno