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v.653 libro secondo 47

Ed Ilesio ed Erítre ed Eleone
E Peteone ed Ila ed Ocaléa.
Seguono i prodi della ben costrutta655
Medeone e di Cope, e gli abitanti
D’Eutresi e Tisbe di colombe altrice.
Di Coronéa vien dopo e dell’erbosa
Alïarto e di Glissa e di Platéa
E d’Ipotebe dalle salde mura660
Una gran torma: ed altri abbandonaro
Le sacrate a Nettunno inclite selve
D’Onchesto, e d’Arne i pampinosi colli;
Altri il pian di Midéa; altri di Nisa
Gli almi boschetti, e gli ultimi confini665
D’Antédone. Di questi eran cinquanta
Le navi, e ognuna cento prodi e venti,
Fior di beozia gioventù, portava.
Dell’Orcoméno Minïéo gli eletti,
Misti a quei d’Aspledóne, hanno a lor duci670
Ascalafo e Ialmeno, ambo di Marte
Egregia prole. Ne’ secreti alberghi
D’Attore Azíde partorilli Astioche
Vereconda fanciulla, alle superne
Stanze salita, e al forte iddio commista675
In amplesso furtivo. Eran di questi
Trenta le navi che schierârsi al lido.
   Regge la squadra de’ Focensi il cenno
Di Schedio e d’Epistrófo, incliti figli
Del generoso Naubolíde Ifíto.680
Invía questi guerrier la discoscesa
Balza di Pito, e Ciparisso e Crissa,
Gentil paese, e Daulide e Panope.
D’Anemoria e di Jampoli van seco
Gli abitatori, e quei che del Cefiso685
Beon l’onde sacre, e quei che di Liléa