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v.585 libro secondo 45

Incorrotta, immortal la prezïosa585
Egida da cui cento eran sospese
Frange conteste di finissim’oro,
E valea cento tauri ogni gherone.
In quest’arme la Diva folgorando
Concitava gli Achivi, ed accendea590
L’ardir ne’ petti, e li facea gagliardi
A pugnar fieramente e senza posa.
Allor la guerra si fe’ dolce al core
Più che il volger le vele al patrio nido.
   Siccome quando la vorace vampa595
Sulla montagna una gran selva incende,
Sorge splendor che lungi si propaga;
Così al marciar delle falangi achive
Mandan l’armi un chiaror che tutto intorno
Di tremuli baleni il cielo infiamma.600
E qual d’oche o di gru volanti eserciti
Ovver di cigni che snodati il tenue
Collo van d’Asio ne’ bei verdi a pascere
Lungo il Caïstro, e vagolando esultano
Su le larghe ale, e nel calar s’incalzano605
Con tale un rombo che ne suona il prato;
Così le genti achee da navi e tende
Si diffondono in frotte alla pianura
Del divino Scamandro, e il suol rimbomba
Sotto il piè de’ guerrieri e de’ cavalli610
Terribilmente. Nelle verdi lande
Del fiume s’arrestâr gremíti e spessi
Come le foglie e i fior di primavera.
Conti lo sciame dell’impronte mosche
Che ronzano in april nella capanna,615
Quando di latte sgorgano le secchie,
Chi contar degli Achei desía le torme
Anelanti de’ Teucri alla rovina.