Di giovenche una mandra anco vi pose
Con erette cervici. Erano sculte
In oro e stagno, e dal bovile usciéno
Mugolando e correndo alla pastura
Lungo le rive d’un sonante fiume800
Che tra giunchi volgea l’onda veloce.
Quattro pastori, tutti d’oro, in fila
Gían coll’armento, e li seguían fedeli
Nove bianchi mastini. Ed ecco uscire
Due tremendi lïoni, ed avventarsi805
Tra le prime giovenche ad un gran tauro,
Che abbrancato, ferito e strascinato
Lamentosi mandava alti muggiti.
Per rïaverlo i cani ed i pastori
Pronti accorrean: ma le superbe fiere810
Del tauro avendo già squarciato il fianco,
Ne mettean dentro alle bramose canne
Le palpitanti viscere ed il sangue.
Gl’inseguivano indarno i mandrïani
Aizzando i mastini. Essi co’ morsi815
Attaccar non osando i due feroci,
Latravan loro addosso, e si schermivano.
Fecevi ancora il mastro ignipotente
In amena convalle una pastura
Tutta di greggi biancheggiante, e sparsa820
Di capanne, di chiusi e pecorili.
Poi vi sculse una danza a quella eguale
Che ad Arïanna dalle belle trecce
Nell’ampia Creta Dedalo compose.
V’erano garzoncelli e verginette825
Di bellissimo corpo, che saltando
Teneansi al carpo delle palme avvinti.
Queste un velo sottil, quelli un farsetto
Ben tessuto vestía, soavemente