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v.728 libro decimoquinto 77

Antíloco avventossi. A quella guisa
Che il veltro corre al caprïol ferito,
Cui, mentre uscía dal covo, il cacciatore730
Di stral raggiunse, e sciolsegli le forze:
Così sovra il tuo corpo, o Melanippo,
A spogliarti dell’armi il bellicoso
Antíloco si spinse. Il vide Ettorre,
E volò per la mischia ad assalirlo.735
Non ardì l’altro, benchè pro’ guerriero,
Aspettarne lo scontro, e si fuggío
Siccome lupo misfattor, che ucciso
Presso l’armento il cane od il bifolco,
Si rinselva fuggendo anzi che densa740
Lo circuisca de’ villan la turba;
Così diè volta sbigottito il figlio
Di Nestore per mezzo alle saette
Che alle sue spalle con immenso strido
I Troiani piovevano ed Ettorre;745
Nè diè sosta al fuggir, nè si converse
Che giunto fra’ compagni a salvamento.
Qui fu che i Teucri un furïoso assalto
Diero alle navi, ed adempîr di Giove
Il supremo voler, che vie più sempre750
Lor forza accresce, ed agli Achei la scema;
Togliendo a questi la vittoria, e quelli
Incoraggiando, perchè tutto s’abbia
Ettor l’onore di gittar ne’ curvi
Legni le fiamme, e tutto sia di Teti755
Adempito il desío. Quindi il veggente
Nume il momento ad aspettar si stava
Che il guardo gli ferisse alfin di qualche
Incesa nave lo splendor, perch’egli
Da quel punto volea che de’ Troiani760
Cominciasse la fuga, e degli Achei