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36 iliade v.15

Il fulgido brocchier di Trasiméde15
Che il paterno portava. Indi una salda
Asta d’acuta cuspide impugnata
Fuor della tenda si sofferma, e vede
Miserando spettacolo: cacciati
In fuga i Greci, e alle lor spalle i Teucri20
Inseguenti e furenti, e la muraglia
Degli Achei rovesciata. Come quando
Il vasto mar s’imbruna, e presentendo
De’ rauchi venti il turbine vicino,
Tace l’onda atterrita, ed in nessuna25
Parte si volve, finchè d’alto scenda
La procella di Giove; in due pensieri
Così del veglio il cor pendea diviso,
Se fra i rapidi carri de’ fuggenti
Dánai si getti, o se alla volta ei corra30
Del duce Atride Agamennón. Lo meglio
Questo gli parve, e s’avvïò. Seguía
La mutua strage intanto, e intorno al petto
De’ combattenti risonava il ferro
Dalle lance spezzato e dalle spade.35
   Fuor delle navi gli si fêro incontro
I re feriti Ulisse e Dïomede
E Agamennón. Di questi a fior di lido
Stavan lungi dall’armi le carene.
L’altre, che prime lo toccâr, dedotte40
Più dentro alla pianura, eran le navi
A cui dintorno fu costrutto il muro;
Perocchè il lido, benchè largo, tutte
Non potea contenerle, ed acervate
Stavan le schiere. Statuiti adunque45
L’uno appo l’altro, come scala, i legni
Tutto empieano del lido il lungo seno
Quanto del mare ne chiudean le gole.