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v.934 libro decimoterzo 29

D’alta strage percossi allora i Troi
Da navi e tende si sarían ritratti935
Al ventoso Ilïon, se non volgea
All’animoso Ettór queste parole
Polidamante: Ettorre, ai saggi avvisi
Tu mal presti l’orecchio. E perchè Giove
Alto ti diede militar favore,940
Vuoi tu forse per questo agli altri ir sopra
Di prudenza e consiglio? Ad un sol tempo
Tutto aver tu non puoi. Di Giove il senno
Largisce a questi la virtù guerriera,
L’arte a quei della danza, ad altri il suono945
E il canto delle muse, ad altri in petto
Pon la saggezza che i mortai governa
E le città conserva; e sánne il prezzo
Chi la possiede. Or io dirò l’avviso
Che mi sembra il miglior. Per tutto, il vedi,950
Ti cinge il fuoco della guerra. I Teucri,
Con magnanimo ardir passato il muro,
Parte coll’armi già dan volta, e parte
Pugnano ancor, ma pochi incontro a molti,
E spersi tutti fra le navi. Or dunque955
Tu ti ritraggi alquanto, e tutti aduna
Qui del campo i migliori, e delle cose
Consultata la somma, si decida
Se delle navi ritentar si debba
L’assalto, ove pur voglia un qualche iddio960
Darne alfin la vittoria, o se più torni
L’abbandonarle illesi. Il cor mi turba
Un timor che non paghi oggi il nemico
Il debito di ieri. In quelle navi
Posa un guerrier terribile, che all’armi965
Per mia credenza desterassi in breve.
   Piacque ad Ettorre il salutar consiglio,