Messo a morte il german della matrigna900
Erïopíde d’Oiléo mogliera.
Degli eletti di Ftia questi alla testa
Giunti ai Beozi difendean le navi.
Aiace d’Oiléo mai sempre al fianco
Del Telamónio combattea. Siccome905
Due negri buoi d’una medesma voglia
Nella dura maggese il forte aratro
Traggono, e al ceppo delle corna intorno
Largo rompe il sudor, mentre dal solo
Giogo divisi per lo solco eguali910
Stampano i passi, e dietro loro il seno
Si squarcia della terra; a questa immago
Pugnavano congiunti i duo guerrieri.
Molta e gagliarda gioventù seguiva
Il Telamónio; e quando la fatica915
E il sudor lo fiaccava, i suoi compagni
Il grave scudo ne prendean. Ma i Locri,
A cui poco durar solea l’ardire
Nella pugna a piè fermo, d’Oiléo
L’audace figlio non seguían. Costoro920
Non elmi avean d’equino crine ondanti,
Nè tondi scudi, nè frassínee lance,
Ma d’archi solo armati e di ben torte
Lanose fionde ad Ilio il seguitaro,
E da quest’archi e queste fionde in campo925
Scagliavano la morte, e de’ Troiani
Le falangi rompean. Per questo modo,
Mentre gli Aiaci nella prima fronte
Di bell’arme precinti alla ruina
Del fiero Ettór fann’argine, al lor tergo930
Nascosti i Locri saettando sempre
E frombolando, le ordinanze tutte
Turban de’ Teucri omai smarriti e rotti.