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v.390 libro decimoterzo 13

Lampeggianti procedono alla pugna,390
Condottieri di prodi, Idomenéo
E Merïone, che primier dicea:
   Da qual parte in battaglia entrar t’aggrada,
O Deucalíde valoroso? a destra
O pur nel centro? o sosterrem più tosto395
La sinistra? Gli è quivi, a mio parere,
Che di soccorso ai nostri è più mestiero.
   Il centro ha buoni difensor, rispose
Il re di Creta, ha l’uno e l’altro Aiace
E il più prestante saettier de’ Greci400
Teucro, gagliardo combattente insieme
A piè fermo. Daran questi ad Ettorre,
Per audace ch’ei sia, molto travaglio
Nella fervida mischia, e costar caro
Gli faranno il tentar di superarne405
L’invitta forza, e i minacciati legni
Colle fiamme assalir, se pur lo stesso
Giove non scenda colle proprie mani
A gittarvi gl’incendii. A mortal uomo
Che sia di frutto cereal nudrito,410
E cui possa del ferro o delle pietre
Il colpo vïolar, non fia che mai
Il grande Aiace Telamónio ceda,
Non allo stesso violento Achille
Che di corso bensì, ma fior nol vince415
Nel pugnar di piè fermo. Or noi del campo
Rivolgiamci alla manca, e vediam tosto
Se darem gloria ad altri, od altri a noi.
   Volâr, ciò detto, alla prefissa meta.
I Troiani, veduto Idomenéo420
Come vampa di foco alla lor volta
Col suo scudier venirne, orrendo ei pure
Di scintillanti arnesi, inanimando