Fino al quartier de’ Mirmidoni il foco
E la strage non porti. Ov’egli ardisca830
Assalir questa tenda e questa nave,
Saprò la furia rintuzzarne, io spero.
Sì disse; e quegli, alzato il nappo e fatta
La libagion, partîrsi; e taciturno
Li precedeva di Laerte il figlio.835
A’ suoi sergenti intanto ed all’ancelle
Patroclo impone d’apprestar veloci
Soffice letto al buon Fenice; e pronte
Quelle obbedendo steser d’agnelline
Pelli uno strato, vi spiegâr di sopra840
Di finissimo lino una sottile
Candida tela, e su la tela un’ampia
Purpurea coltre; e qui ravvolto il vecchio
Aspettando l’aurora si riposa.
Nel chiuso fondo della tenda ei pure845
Ritirossi il Pelíde, ed al suo fianco
Lesbia fanciulla di Forbante figlia
Si corcò la gentil Dïomedea.
Dormì Patróclo in altra parte, e a lato
Ifi gli giacque, un’elegante schiava850
Che il Pelíde donògli il dì che l’alta
Sciro egli prese d’Enïeo cittade.
Giunti i legati al padiglion d’Atride,
Sursero tutti e con aurate tazze
E affollate dimande i prenci achivi855
Gli accolsero. Primiero interrogolli
Il re de’ forti Agamennón: Preclaro
Della Grecia splendor, inclito Ulisse,
Parla: vuol egli dalle fiamme ostili
Servar l’armata? o d’ira ancor ripieno860
Il cor superbo, di venir ricusa?
Glorïoso signor, rispose il saggio